M.V.S.N. Comando Generale. Promemoria per il Capo di Stato Maggiore



I primi passi ufficiali del neocostituito Governo croato hanno palesemente rivelato con indubbia chiarezza i criteri ai quali questo Governo aveva deciso di uniformarsi nei riguardo della popolazione serba del nuovo Regno. Questi criteri possono riassumersi nel breve e tragico motto: starminare la popolazione serba. Nel quadro di questo tremendo programma di governo rientrano le misure adottate dalle autorità del Regno Croato nei confronti dei cittadini di nazionalità serba: confisca dei beni, cacciata dei funzionari serbi da tutti gli uffici statali, autonomi e privati, costrizione dei serbi ad abitare in determinati quartieri della città di Zagabria, arresti ed esecuzioni sommarie ed in massa dei serbi tanto a Zagabria quanto in tutte le provincie del nuovo Regno.

[...]

Durante il periodo dell'occupazione dei territorio di Kinin da parte delle autorità militari e civili italiane l'ordine e lo svolgimento della vita civile fu normale e perfetto. La popolazione serba manifestò, in diverse occasioni, il suo contento e la sua ammirazione per l'ordine instaurato e per il soldato italiano.
Appena furono noti, attraverso la radio, gli accordi con il Governo di Zagabria, Glina, ecc. manifestò segni visibili di nervosismo, di disorientamento e di depressione presentendo il succedersi di giorni tristi e tragici.
Infatti, il giorno dopo, incominciò l'esodo degli intellettuali. Tale esodo si dimostrò giustificato perchè immediatamente le autorità croate manifestarono le loro intenzioni di vendetta e di persecuzione, coll'ordinare la chiusura di tutti i negozi gestiti da serbi e ordinando la vendita dei mezzi ivi giacenti, sotto il controllo di un loro commissario. Il denaro ricavato dalla detta vendita veniva sequestrato come pure veniva sequestrato tutto il denaro giacente nelle casse.
Seguono arresti di massa di quei serbi ch'erano rimasti. Nelle carceri venivano maltrattati con percosse e torture. si passò alla totale requisizione della proprietà privata. Dalle case veniva tutto asportato: vino, grano, denaro, mobilio, vestiario, indumenti, bestiame, insomma tutto, lasciando solo i quattro muri.
Degli arrestati solo alcuni furon o rilasciati in libertà; la maggior parte venne fucilata e in modo speciale nella notte tra il 5 e il 6 giugno a.c. In quella notte furono fucilate 29 persone di nazionalità serba.
Come se ciò non bastasse il giorno seguente vennero arrestati a Knin e a Dernis altre 50 persone. Non abbiamo notizie della loro sorte, ma si teme il peggio. Cinque giorni fa nel villaggio di Zagrovic - comune di Knin - venivano massacrati 15 membri della tribù dei Baradas.
I monti attorno a Knin sono pieni di gente terrorizzata che vaga senza meta. Gli ustasci vanno dicendo che il vero massacro comincerà appena le truppe italiane abbandoneranno i luoghi dove ora risiedono in qualità di amici.
Le ultime notizie che ci giungono da Knin e da Dernis parlano di nuovi arresti e di nuove esecuzioni.


Fonti:

Archivio Centrale dello Stato, M.V.S.N. Comando Generale - Pratica Dalmazia - Promemoria per il Capo di Stato Maggiore dal 28.10.XX al 24.8.XX